Grande
festa, lunedì sera, nelle stanze dell’ex scuola di Villafranca, oggi sede di SPRAR Lunigiana. La Giornata Internazionale contro la Discriminazione
Razziale è stata infatti occasione per celebrare i due anni di un progetto che,
attivato dalla Società
della Salute e gestito localmente da ARCI, di giorno in giorno conquista sempre maggior
approvazione e entusiasmo. A dirigere l’incontro, che è stato ‘invito alla
partecipazione’ e che ha preceduto una cena dai sapori etnici e nostrani, Francesca Formaini, coordinatrice territoriale del progetto, e Carmen Cogliandro, operatrice con delega al bilancio. Al loro fianco Rosanna Vallelonga, direttore della Società della Salute, e Simone Ferretti, responsabile Immigrazione per ARCI Toscana, entrambi
soddisfatti per il percorso fatto assieme e orgogliosi per la “buona sinergia
territoriale” su cui sempre possono contare. Ferretti ha inoltre sottolineato,
sostenuto poi dai Sindaci presenti (Bellesi,Magnani e Manenti), la necessità ormai impellente di trovare un modello
di accoglienza unico per rispondere a flussi migratori che sempre più mostrano
d’essere fenomeno destinato a durare nel tempo. “Per questo – ha ribadito
– occorre trovare e al più presto un modello efficace di riferimento e il
Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati potrebbe esserlo”.
Potrebbe
esserlo perché – con convinzione di tutti e velata ‘denuncia’ da parte di
Sindaci e responsabili – “il solo esempio di buona accoglienza”. Potrebbe
esserlo perché attivo in Italia da oltre dieci anni e oggi diffuso
capillarmente lungo tutta la penisola. Potrebbe esserlo perché realtà
strutturata, con sovrintendenza del Ministero degli Interni e un controllo
costante da parte degli enti incaricati. Potrebbe esserlo per le politiche
attive poste quotidianamente in essere e tutte rispondenti al principale scopo
di offrire un’accoglienza integrata, ossia di dare non solo vitto e alloggio ma
anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento perché
ogni migrante possa riappropriarsi, gradualmente, della propria vita, adesso da
costruire in un altro Paese e in tutt’altro tessuto sociale.
È
su questo che gli operatori lavorano ogni giorno, curando ogni aspetto delle
vite e delle storie dei trentun ragazzi che attualmente beneficiano del
progetto. Lo dicevamo: non garantiscono soltanto vitto e alloggio. Si occupano
della loro salute, nel confronto quotidiano con Società della Salute e medici
di base e grazie al supporto importante del dottorSacchelli, per tutto ciò che è profilassi e informazione, e del
dottor Guidi, per quel che riguarda etnopsichiatria e sanità
mentale. Si occupano della loro formazione garantendo un corso interno
d’italiano di 10 ore settimanali, la partecipazione ai corsi CPIA locali e
percorsi di formazione professionale individuali, resi possibili da un’ormai
consolidata collaborazione con l’agenzia Masterform e dal supporto perenne del
Centro per l’Impiego. Grazie a questo, SPRAR Lunigiana per i propri ‘accolti’
ha ottenuto, dall’inizio a oggi, oltre 16 tirocini formativi e 7 sono
quelli previsti per l’anno corrente. A corredo di tutto ciò, moltissime
attività socio-culturali fatte e in programma, forti della rete che giorno
dopo giorno si sta costruendo insieme a scuole, associazioni e altre realtà del
terzo settore. Nel 2015 SPRAR Lunigiana ha realizzato e preso parte a eventi,
iniziative e manifestazioni di varia natura e portata, dando vita a momenti di
reciproco scambio e felice condivisione. Fra questi, oltre a tornei di calcio
cineforum e gite, sono senz’altro da segnalare l’utile laboratorio di economia
domestica condotto dall’Associazione Donne di luna e “Il mondo è servito”,
laboratorio di cucina internazionale con cene settimanali aperte al pubblico.
In via di consolidamento le relazioni con gli istituti scolastici e in
particolare con il Liceo
Classico di Aulla, che ha già previsto di avviare, per i
propri studenti, stage estivi presso lo SPRAR: “È una notizia fresca e crediamo
sia un buon risultato per noi e un’occasione preziosa per chi deciderà di
coglierla – sottolinea Carmen Cogliandro – non solo perché opportunità di confrontarsi
per la prima volta con il mondo del lavoro ma soprattutto perché opportunità di
mettersi in gioco umanamente e di conoscere da vicino persone, problemi e mondi
dei quali molto spesso si sa poco o niente”.
È
l’idea che una “contaminazione reciproca” sia possibile che permette di
immaginare nuovi grandi progetti – nuovi laboratori (di disegno, teatro,
cucina), gite insieme a Farfalle in Cammino, momenti dedicati all’interscambio
linguistico-culturale e molto altro ancora. Ed è la stessa idea che tiene viva
(e allegra) la partecipazione, che fa brillare gli occhi dei presenti e che fa
sì che siano in molti, al termine dell’incontro, a lasciare nomi e contatti.
Per disegnare nuovi e utili percorsi, insieme.